Disabilità

Arte senza barriere vuole offrire uno luogo di crescita e di espressione personale per ragazzi dai 15 ai 25 anni attraverso i linguaggi artistici e musicali. Durante l’adolescenza il linguaggio verbale è forse quello meno accattivante, ancora di più in presenza di disabilità cognitive, per questo vogliamo offrire la possibilità di sperimentare diversi strumenti non verbali per una migliore crescita personale e relazionale. Questo percorso potrà diventare propriamente terapeutico oppure rimanere in un’area più legata al benessere della persona, risultando di grande incidenza sullo sviluppo e sull’equilibrio dell’individuo.

Perché utilizzare le terapie espressive in adolescenza

L’adolescenza è sinonimo di cambiamento, trasformazione, passaggio… e a volte inquietudine. Durante questa fase della vita un ragazzo può desiderare un luogo tutto per sé in cui potersi esprimere, confrontarsi con i suoi coetanei e provare a comprende con serenità i cambiamenti che vive.

Le terapie espressive possono offrire agli adolescenti una bussola per orientarsi nel tumulto trasformativo che stanno vivendo permettendo loro di ascoltare le proprie emozioni e dare spazio ai desideri. Il lavoro artistico-espressivo permette agli adolescenti di ritrovare il gusto di fare, di creare, di percepire l’unità di corpo-mente-emozioni in modo armonioso.

Perché utilizzarle in presenza di disabilità cognitive

Con le terapie espressive ciò che viene difficilmente narrato con la parola può essere raccontato per mezzo del disegno, del movimento corporeo, del canto o del suono. Quando la persona, per svariati motivi, ha difficoltà ad esprimere le emozioni attraverso il linguaggio, il terapeuta propone e valorizza altri canali comunicativi sollecitando il pensiero divergente e potenziando le capacità creative. A questa idea si connette il concetto fondamentale legato all’esperienza delle terapie espressive, che fa riferimento ad un processo di trasformazione psichica favorito dal lavoro artistico, che permette l’aggiramento di aspetti patologici e favorisce l’attivazione di zone più funzionali e integrate.

L’arte serve come modello del funzionamento dell’Io: diventa una zona franca in cui è possibile esprimere e saggiare nuovi atteggiamenti e risposte emotive, anche prima che queste modificazioni abbiano luogo a livello di vita quotidiana” (Edith Kramer).